Un servizio da the in porcellana (composto da 6 tazzine con piattini, un bricco per il latte e una teiera) realizzato nell’area di cultura indiana dell’Asia. La porcellana è interamente ricoperta all’esterno da una decorazione dipinta a mano, che riproduce tre figure umane (una divinità femminile e presumibilmente due sacerdoti) inserite in motivi floreali e segni grafici. I colori prevalenti sono il marrone, il verde e l’azzurro. Sul fondo di ogni elemento del servizio compare un marchio rosso, un segno grafico senza scritte. È stato acquistato nel 1937.
Storia personale dell’oggetto
Il servizio da the entra nella storia della mia famiglia durante la campagna militare in Africa orientale, alla quale mio padre ha partecipato nel periodo gennaio 1936 – gennaio 1937. Raccontava di averlo acquistato mentre era nel porto di Assab, durante il viaggio di rientro in Italia, per donarlo a sua madre, mia nonna. Non credo sia mai stato usato da lei. Morta la nonna, papà ha acquisito nuovamente il servizio, che è rimasto sempre in casa nostra e sempre senza essere usato.
Il servizio ha attirato la mia attenzione sin da piccola, non solo per la coloritura e le figure umane insolite, ma perché papà non aveva acquistato souvenir durante i lunghi periodi trascorsi all’estero per lavoro in gioventù (era maitre d'hotel) o, se pur l’aveva fatto, non li aveva conservati: uniche tracce di queste sue esperienze tante fotografie e oggetti "maschili" e funzionali quali i primi rasoi elettrici Braun, una macchina fotografica Rolleiflex, penne stilografiche… Si era deciso a comprare questo ricordo diceva perché era in materiale pregevole, la fattura risultava accurata e pensava di incontrare il gusto della madre.
Collegandolo alle fotografie di quel viaggio di ritorno dall'Africa, nelle quali compare un altro soldato intento a provare un kimono e l’atmosfera è esultante per il recente successo bellico italiano, penso che papà abbia voluto consolidare la soddisfazione del rientro in veste da giovane milite vittorioso acquistando un elemento inconfondibile, unico nel suo genere per lui, in grado di segnalare agli altri e di ricordare a lui stesso l’esperienza vissuta. Sicuramente poi l’acquisto è stato sollecitato dall’analogo comportamento di altri soldati: il venditore era uno dei tanti che, a bordo di piccole imbarcazioni, avevano affiancato la nave italiana per proporre mercanzie varie, in particolare prodotti artigianali. Ha inoltre influito anche il gusto per l’esotismo, che la propaganda italiana dell’epoca instillava nei militari e nei civili in riferimento alla terra africana.
Ai miei occhi il servizio è un unicum nelle storie di viaggio di papà e un segno della sua gioventù vissuta in contesti e situazioni assai lontani dal mio presente, pur se noti attraverso letture e studi. Lo considero patrimonio di famiglia per le sue vicende e patrimonio personale per la particolare prospettiva che mi offre sulla vita di papà.
Il servizio ha attirato la mia attenzione sin da piccola, non solo per la coloritura e le figure umane insolite, ma perché papà non aveva acquistato souvenir durante i lunghi periodi trascorsi all’estero per lavoro in gioventù (era maitre d'hotel) o, se pur l’aveva fatto, non li aveva conservati: uniche tracce di queste sue esperienze tante fotografie e oggetti "maschili" e funzionali quali i primi rasoi elettrici Braun, una macchina fotografica Rolleiflex, penne stilografiche… Si era deciso a comprare questo ricordo diceva perché era in materiale pregevole, la fattura risultava accurata e pensava di incontrare il gusto della madre.
Collegandolo alle fotografie di quel viaggio di ritorno dall'Africa, nelle quali compare un altro soldato intento a provare un kimono e l’atmosfera è esultante per il recente successo bellico italiano, penso che papà abbia voluto consolidare la soddisfazione del rientro in veste da giovane milite vittorioso acquistando un elemento inconfondibile, unico nel suo genere per lui, in grado di segnalare agli altri e di ricordare a lui stesso l’esperienza vissuta. Sicuramente poi l’acquisto è stato sollecitato dall’analogo comportamento di altri soldati: il venditore era uno dei tanti che, a bordo di piccole imbarcazioni, avevano affiancato la nave italiana per proporre mercanzie varie, in particolare prodotti artigianali. Ha inoltre influito anche il gusto per l’esotismo, che la propaganda italiana dell’epoca instillava nei militari e nei civili in riferimento alla terra africana.
Ai miei occhi il servizio è un unicum nelle storie di viaggio di papà e un segno della sua gioventù vissuta in contesti e situazioni assai lontani dal mio presente, pur se noti attraverso letture e studi. Lo considero patrimonio di famiglia per le sue vicende e patrimonio personale per la particolare prospettiva che mi offre sulla vita di papà.
LUOGHI
India
Eritrea
Italia
IPOTESI DI ALLESTIMENTO
Un servizio da the nasce per essere utilizzato in ambito domestico o in attività di ristorazione ed ha una connotazione di genere precisa, femminile: mi piacerebbe mostrare che invece "questo" servizio non ha svolto la sua funzione principale né è stato di esclusiva pertinenza femminile. Lo collocherei impacchettato, ma visibile tra le pieghe della carta, sul fondo ricoperto di paglia di una cassa in legno, a simboleggiare il viaggio principale e gli altri che ha compiuto (la mia famiglia si è stabilita in un luogo diverso da quello dove si trovava mia nonna e l'oggetto ci ha raggiunto). In forma di etichette scriverei sul baule i nomi dell'oggetto nella lingua delle tre nazioni dove si è trovato e inserirei foto e nomi dei membri della mia famiglia che l'hanno avuto in consegna in tempi diversi, me compresa, quali destinatari dell'oggetto e delle sue valenze. Ipotizzerei anche il nome e il volto del commerciante che l'ha venduto al porto di Assab. Sul fondo del baule disporrei mappe delle terre che ha attraversato, riferite al contesto temporale specifico. Infine all'esterno del baule porrei su un tavolino un casco coloniale e un album, con le immagini della campagna militare in Africa orientale di papà.
Mi piacerebbe anche aggiungere un riferimento all'artigiano che l'ha realizzato (sabbia, polvere di colori, pennelli) e alla cultura da cui proviene (immagini di divinità, oggettistica per riti...). E' un contesto che ha causato la nascita del servizio da the e ne ha determinato le caratteristiche, ma che poi non ha più avuto contatti con l'oggetto né è stato argomento di interesse per chi l'ha custodito. Costituisce un patrimonio implicito allo stato potenziale. Forse una performance, anche in video, potrebbe comunicare questa valenza: indiani lo prelevano dalla cassa, ne controllano la fattura, lo inseriscono in un ambiente domestico della cultura di origine simulando l'utilizzo proprio del servizio nel contesto di nascita e infine lo restituiscono al viaggio, ad altri significati, ad altre patrimonializzazioni.
India
Eritrea
Italia
IPOTESI DI ALLESTIMENTO
Un servizio da the nasce per essere utilizzato in ambito domestico o in attività di ristorazione ed ha una connotazione di genere precisa, femminile: mi piacerebbe mostrare che invece "questo" servizio non ha svolto la sua funzione principale né è stato di esclusiva pertinenza femminile. Lo collocherei impacchettato, ma visibile tra le pieghe della carta, sul fondo ricoperto di paglia di una cassa in legno, a simboleggiare il viaggio principale e gli altri che ha compiuto (la mia famiglia si è stabilita in un luogo diverso da quello dove si trovava mia nonna e l'oggetto ci ha raggiunto). In forma di etichette scriverei sul baule i nomi dell'oggetto nella lingua delle tre nazioni dove si è trovato e inserirei foto e nomi dei membri della mia famiglia che l'hanno avuto in consegna in tempi diversi, me compresa, quali destinatari dell'oggetto e delle sue valenze. Ipotizzerei anche il nome e il volto del commerciante che l'ha venduto al porto di Assab. Sul fondo del baule disporrei mappe delle terre che ha attraversato, riferite al contesto temporale specifico. Infine all'esterno del baule porrei su un tavolino un casco coloniale e un album, con le immagini della campagna militare in Africa orientale di papà.
Mi piacerebbe anche aggiungere un riferimento all'artigiano che l'ha realizzato (sabbia, polvere di colori, pennelli) e alla cultura da cui proviene (immagini di divinità, oggettistica per riti...). E' un contesto che ha causato la nascita del servizio da the e ne ha determinato le caratteristiche, ma che poi non ha più avuto contatti con l'oggetto né è stato argomento di interesse per chi l'ha custodito. Costituisce un patrimonio implicito allo stato potenziale. Forse una performance, anche in video, potrebbe comunicare questa valenza: indiani lo prelevano dalla cassa, ne controllano la fattura, lo inseriscono in un ambiente domestico della cultura di origine simulando l'utilizzo proprio del servizio nel contesto di nascita e infine lo restituiscono al viaggio, ad altri significati, ad altre patrimonializzazioni.
1 comment:
Service à thé magnifique ainsi que son histoire, même pour une profane comme moi.
J'apprécie +++
ITALINA
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