Friday, 7 November 2008

Agnese

“Albero della vita”, costruito a mano da mio padre nella comunità di recupero di Sofignano (Prato) nel 1994 con fil di ferro intrecciato per le radici, il fusto e i rami e con smalto per i frutti. Alto 10 cm circa.

Questo piccolo oggetto mi fu regalato quando avevo otto anni e in se’ racchiude l’esperienza dolorosa di mio padre, la sua distanza da me e l’affetto che ci lega nonostante tutto. All’epoca non lo vedevo quasi mai, ma un giorno comparì bussando alla porta della mia classe con questo dono meraviglioso, che racchiude in sé l’emozione di quel momento, l’amore, la magia. Magica infatti fu l’intensità di quella comparsa, il cui ricordo mi ha portato ad attribuire un valore speciale a quest’albero: pensavo che rompendo il sottile velo di smalto dei frutti avrei potuto esprimere un desiderio. Un giorno trovai che era rimasto un solo frutto. Mi procurai dello smalto e li ridipinsi. Così ogni volta, rinnovando i frutti, restituivo all’albero il suo potere magico. Il piccolo oggetto porta in sé allora non solo la storia di mio padre e del nostro rapporto, ma anche la storia dei miei desideri di bambina. Conservo ancora il sacchettino di carta in cui si trovava l’albero il giorno in cui mi è stato donato, sul quale è scritto: “L’ALBERO SIMBOLO DELLA VITA. Ogni frutto spero sia il seme della felicità…” .


Localizzazione geografica dell’oggetto

Luogo di origine: comunità di recupero di Sofignano (Prato). Luogo di “scambio”: scuola elementare C.Guasti di Prato. Attuale collocazione: il comodino accanto al letto (in ognuna delle tre case dove ho vissuto, sempre a Prato)

Ipotesi di allestimento


Mi piacerebbe sistemare il piccolo albero su un comodino di legno scuro, il cui cassetto dovrebbe contenere foto del passato e del presente, alcune boccette di smalto e il sacchettino di carta . Mi piacerebbe che lo smalto potesse essere usato per ridipingere i frutti e che ognuno potesse schiacciarne uno per esprimere un desiderio. In questo modo ogni persona potrebbe fare esperienza del “rito” e amplificare il valore dell’oggetto stesso.

1 comment:

Anonymous said...

Chi rompe un frutto potrebbe lasciare una frase o un'immagine o un oggetto che simboleggino il desiderio espresso, elementi che potrebbero comporre una chioma dell'albero su un pannello collocato accanto all'oggetto.